Politici del ”politichese”

3 aprile 2011 - Interventi

Nelle ultime politiche abbiamo votato sulla base di una legge elettorale che ha dato vita ad un potere oligarchico che ha permesso ai fedelissimi dei capi politici di occupare posizioni di potere, che ha rallentato un ricambio vero nelle rappresentanze parlamentari lasciandole di fatto dominio dei sempre più “politicamente invecchiati”.

Alla ribalta troviamo personaggi decisivi nella vita dei partiti, ”famosi” fin dalla prima repubblica: solo che allora avevano almeno qualche anno di meno e forse qualche ideale in più.

I politici del ”politichese” hanno finito con il conquistare, nello stesso modo in cui hanno fatto con i partiti, non solo il senato ma anche Montecitorio.

Sappiamo che tutto questo non ci ha aiutato ad individuare quei percorsi e quelle logiche indispensabili a ridare ossigeno a questa nostra Italia, messa così male nelle classifiche europee.

Siamo riusciti solo a fare crescere la distanza fra le istituzioni rappresentative e quella parte della società italiana sempre più interessata a nuove risposte ed a processi innovativi.

E siamo ancora più sconfortati se riflettiamo sul fatto che ciò sia avvenuto nel momento in cui le nuove generazioni sembravano avere riacquistato interesse e voglia di partecipare alla vita politica.

E forse ancora più paradossale è la consapevolezza che di questa frattura non sembra essersi accorto proprio il centrosinistra che dal voto dei giovani è stato salvato.

Ora addirittura in quella Calabria, descritta da “anno zero”, vittima di soprusi, corrotta, usata, abusata; terreno di attentati ed omicidi; piagata dalla disoccupazione, dall’inefficienza, dalla “colonizzazione”, viene avanzata l’idea di una legge elettorale sempre più blindata e manipolata, una legge elettorale “senza preferenza”.

In questa terra che ha visto protagonisti soprattutto i giovani, che li ha visti manifestare, scendere in piazza a testa alta, determinati, coraggiosi, proponiamo di levare loro il diritto di potere decidere a chi affidare il compito di rappresentarli, il diritto di scegliere gli uomini.

In un momento in cui abbiamo bisogno più che mai di rinnovamento, di una spinta ideale, di ritrovare coraggio e fiducia, di ridare dignità alla parola democrazia, proprio i giovani, che oltre ad essere protagonisti del domani si distinguono per il loro entusiasmo, la freschezza dei loro sentimenti, la voglia di cambiare le cose, la loro fede in un mondo migliore possono aiutarci a fare nascere ed a realizzare il progetto di una Calabria a misura di uomo in grado di garantire pari dignità a tutti, una Calabria della libertà, della solidarietà in grado di lasciarsi alle spalle odi, appetiti e pregiudizi.

La Calabria ha bisogno di risposte immediate non di proposte che riaffermano il triste dato tutto italiano: la forte discresia fra il dire ed il fare.